Quando ti parlo e mi guardi, ma non ascolti; o ti guardo, ma ti nascondi; se ti cerco, ma non ti lasci trovare; quando ti trovo, ma fuggi. Ecco io mi perdo. Perdo me stessa: trovo un alieno. Allora poi, fatico a ricomporre i frammenti e qualche pezzo viene trafugato, altri scardinati e perduti. Orfana di me stessa provo sempre a rigenerarmi e se mi cerchi, alla fine mi trovi: riemergo dalle onde infrante.
Rinsecchite le forme, Sconquassate le fronde. Tonfi, fino all’ultimo battito. Nuovi contorni si stagliano dai cocci ricomposti. Occhi bendati. Afone voci di miele, sovrastate da punti e virgole che lottano per l’angusto spazio. Caducità. Musei eretti su riflessi frantumati. Riecheggiano lontani fasti. Respiri interrotti nelle dimore abbandonate. L’estate oramai lontana. Sul sole, sul mare padroneggia una gelida malinconia. Le onde si placano. I raggi più intensi chiarificano. Volontà e speranza si destano. Le salde e umide ramificazioni riaffiorano dalla prosperosa terra dove la florida linfa nasce e cresce.
Il 10 e 11 settembre 2021 la città di Forlì si metterà in gioco per la terza volta per meritare l’onore di diventare ancora una volta Capitale Italiana del Respiro, unendo Associazioni e pazienti da tutta Italia attorno al progetto Sharing Breath.
La grande novità dell’edizione 2021 è il concorso fotografico “Sharing Breath 2021” che è stato aperto a tutti, professionisti, dilettanti e soprattutto agli amanti della fotografia per raccontare attraverso un’immagine l’importanza di un Respiro. A decretare i vincitori sarà una giuria presieduta da Claudia Manzo, Professional Photographer-Artist, composta da Luca Bollini, Luca Coralli, Marco Sabiu e Gabriele Graziani (cofondatori dell’intero progetto) e da altri ospiti speciali. Le migliori immagini saranno utilizzate per una mostra temporanea che verrà inaugurata il 9 settembre a Forlì al Chiostro di San Mercuriale
E tra le 21 immagini finaliste selezionate dalla giuria del contest che verranno esposte ci sarà anche la mia foto, accompagnata da una frase che evoca il respiro:
“L’emozione di leggere nei tuoi occhi il riflesso di unisoni respiri e l’eco di un tenero battito d’ali”
Ecco a voi le prime 7 immagini (in ordine casuale) delle 21 finaliste del concorso fotografico “Sharing Breath 2021 – L’…
Siamo materia, agglomerati di lacrime e sudore. Parvenze, composte in perfetta alchimia. Siamo soffi di spirito, vibrazioni, battiti d’ali, illusioni, speranze. Siamo cuori infranti, delusioni. Siamo amore e bellezza.
Siamo incessanti tentativi di instabili equilibri tra l’effimero e il divino.
Siamo punti di contatto in reticoli astrali. Candele consumate a plasmare universi paralleli che tuttavia si sfiorano. Siamo bagliori evanescenti che catturano le pupille. Varchi che portano a esilaranti viaggi in cui sostare.
Sguardi che non pietrificano, ma scavano, estraggono e restituiscono se stessi.
Albergano noumeni. Vicinanze che placano ferite. Siamo anime affini che si riconoscono. Siamo confidenze elargite che alimentano profondi affetti. Sementi di eccezionalità.
Siamo bisogni appagati Siamo presenze che curano. Siamo conforto.
Unioni senza fili. Sintonie che armonizzano la stessa melodia. Siamo certezze che cullano. Specchi riflessi. Siamo dedizione e sacralità. Essenze a confronto, corde che vibrano all’unisono. Vere e autentiche Entità.
Felicissima di apprendere che la poesia “Anime affini” è stata premiata con una menzione speciale nell’ambito del Premio Letterario “Nunzia de Donno”. La premiazione avverrà il prossimo 11 agosto a Giudugnano (LE)
Poesia nobile vibrazione dell’anima. Carezze di seta che sfiorano delicatamente il cuore, che suscitano dolci emozioni, che rievocano famigliari immagini. Impresse in memoria.
Lunghi viaggi di sola andata, senza ritorno. Plurime soste e ripartenze. Selezionare le mete è una scelta responsabile. Itinerari dettagliati, studi minuziosi li precedono. Invertiti, stravolti, talvolta dal caso. Sfrecciano passanti, fasci di luce. Incontri umani di anime vaganti. Distratti treni in corsa, colti da bagliori fluorescenti, abboccano ad ami luccicanti. Destini, che percorrono su binari paralleli costanti, si incrociano. Si delineano i contorni. Si allentano i confini. Si assorbono i tratti. Morbide carezze che inteneriscono corazze. Affiorano crepe su muraglie granitiche. Occhi velati si aprono a nuovi paesaggi incantati. Occhi spalancati, agganciati a calde dimore stabili. Mani intrecciate a fili invisibili. È primavera, il tepore riaffiora. Sbocciano giardini fioriti.
Rosso come passione, mantelli di porpora da indossare, mai fardelli da portare. Tempo centrifugato in vortici che inghiottono i tratti e sfumano i contorni. Troni da conquistare. Definizioni che calpestano i sogni, accartocciano speranze e segnano solchi da colmare. Eppur qualcosa si muove. Variopinte ali sbocciano dai viscidi anelli slavati. Lunghe piume fiammanti divampano al sole. Il rimpasto di ceneri prende nuova forma, stende le ali, spicca il volo mostrando la sua eterna, austera bellezza.
In relazione alla partecipazione al concorso “Habere Artem” la Aletti Editore mi ha inviato la pergamena con la menzione speciale alla mia poesia “Speranze” riservata agli autori selezionati, meritevoli di essere inseriti all’interno dell’antologia relativa al concorso.
Ecco la poesia:
Speranze
Silenzi assordanti, taciti pensieri tuonano. Pugni allo stomaco, nodi in gola, zavorre alle estremità. Impeti soffocati, passi incerti, progetti sbiaditi. piani stravolti. Ma la timida fiammella divampa, sulla via, riesumando speranze.
Inafferrabile, celata da un dorato manto, ostenta timidezza. La vera bellezza ama essere adulata e cautamente svela i suoi sovrapposti strati. Immensa, vasta distesa, da assaporare lentamente. Occorrono ripetute visite per sviscerarla, digerirla e scrutarla, da più angolazioni. Non sazia. Non stanca. Richiede tempo, pazienza, lungimiranza, meraviglia, estasi e costanza. Pause e ritorni. Muta, ma resta sempre a noi familiare. Inalterata essenza, si riveste costantemente di nuova luce. Immutabilmente dinamica. Figlia di tutti i tempi, madre di tutti i sospiri e dei mancati fiati. Porta socchiusa, in attesa di essere varcata. In quiete nella sua mite eleganza, ma austera, fiera. Spiragli di infinito, di incompiuto. Il già, ma anche il non ancora. Eterno intermezzo. Limiti umani da oltrepassare con salti mistici. Braccia tese all’unisono, alla ricerca di significative risposte ai nuovi perché.
Attraverso un linguaggio proprio e personale, per mezzo di una immanente componente icastica, i testi della Aspresso racchiudono in loro un potente contenuto evocativo e immaginifico che cattura e trascina il lettore in un viaggio nel profondo del proprio e dell’altrui umano sentire, in una sorta di ininterrotto gioco di specchi che si sostanzia in un vorticoso rimando tra la potenza del testo, la percepita profonda sensibilità dell’autrice e i sentimenti suscitati nel lettore che, ad una attenta lettura, difficilmente non ne rimane emotivamente coinvolto.
La vera bellezza
Tra anelito e consapevolezza, la bellezza, nel testo, si sostanzia anche nella rievocazione della personale esperienza e a partire dal proprio vissuto, in un rimando costante, quindi, tra bellezza osservata e bellezza vissuta. A tratti sembra scorgersi, nella sua dimensione esperienziale una sorta di sovrapposizione della bellezza all’idea di felicità.
Gianfranco Gioia
Sono molto contenta di poter finalmente condividere con voi la mia poesia “La vera bellezza” inclusa nell’antologia “Voci poetiche per Alda” (selezione di poesie partecipanti al Premio Alda Merini anno 2020).
Sono felice perchè alla poesia è stato assegnato un grande Medaglione diamantato (cm 7 di diametro) con il logo dell’Accademia dei Bronzi sul lato A e quello del premio sul lato B. Il medaglione è inserito in un elegante astuccio ed è accompagnato da un Attestato con la seguente motivazione critica “Il tema della bellezza è qui trattato attraverso una serie di definizioni icastiche che ne descrivono i requisiti e tracciano un percorso per giungervi. L’epilogo della poesia vuole aprire nuove domande, nuovi punti di vista sul tema,che permettano di contemplare tutta la sua carica mistica, per poterla ammirare nella sua completa espressione“.
L’autrice legge la poesia “La vera bellezza” accompagnata dalla “Siciliana” dalla Suite per sax soprano e pianoforte (2005) di Gianfranco Gioia
Ringrazio il compositore, nonchè mio caro amico, Gianfranco Gioia per il post pubblicato sul suo sito.
Davvero un onore collaborare con lui, apprezzo la sua vasta e rinomata produzione musicale ed è per me motivo di gioia e orgoglio aver avuto l’occasione di prendere in prestito un suo brano musicale (l’incipit della Siciliana dalla Suite per sax soprano e pianoforte) come accompagnamento alla lettura della mia poesia “La vera bellezza”.
Parole pronunciate, custodite. Omesse, dimenticate.
Più di semplici lettere accomunate, accartocciate o sventolate.
Dimorano. Solcano tracce indelebili su nuovi sentieri. Offrono salde radici o terreni scoscesi.
Parole centellinate, riservate, mai ostentate.
Parole sofferte, trattenute, bisbigliate, nascoste, temute.
Sanguinose battaglie mai combattute o conquistate.
Preziose, attese, mai udite.
Parole odiate, illecite, rifiutate, perpetrate.
Parole, parole, parole.
Parole tenere, caute, regalate, accolte, amate.
Attenti alle parole.
Sia quando le dite che quando le ascoltate.
Non sono solo lettere dell’alfabeto.
Sono fiori. Sono lame. Sono coperte. E proiettili.
Sono acqua per chi ha sete e sabbia da gettare negli occhi per chi non le vuole ascoltare bene.
Attenti alle parole che sono ben più palpabili e concrete di qualcosa che non si può toccare.
E riempiono spazi immensi… come altrettanti ne sanno svuotare. (Paola Felice)
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